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martedì 22 maggio 2012

Mare chiuso

di Aurora Boninelli


"Mare chiuso" è il titolo di un documentario girato da Stefano Liberti e Andrea Segre. Ricorderete la vicenda dei migranti eritrei che, dopo 4 giorni di atroce traversata sono giunti in Italia. Il documentario è stato costruito a partire da queste immagini, catturate con un cellulare. La storia di questi eritrei non ha un lieto fine: gli ufficiali della Marina li rispediscono in Libia, dove vengono rinchiusi nei campi di detenzione.
L'idea che hanno avuto i due registi è stata quella di incontrare i migranti e di raccogliere le loro testimonianze per capire cosa spinge le persone a tentare di penetrare nella "fortezza Europa".
L'occasione si è presentata dopo lo scoppio della guerra in Libia, nel marzo 2011, quando molti profughi sono fuggiti dai campi di detenzione dove erano stati rinchiusi. 



"Mare chiuso" si concentra soprattutto sulla storia di Semere, un eritreo che racconta come nel 2009 la moglie Tsige, all'epoca incinta di nove mesi, sia riuscita ad arrivare sana e salva in Italia.
La barca dove c'era Semere, invece, è stata bloccata in mare e rimandata in Libia. è stato lui a girare col telefonino il video citato sopra, che è diventata la scena chiave del documentario. 
Esperto di computer, Semere cercava di fuggire dall'Eritrea, un paese totalmente militarizzato. Il film mostra il suo disperato ritorno nei campi in Libia e i rari momenti di gioia quando parla con la moglie e la figlia Nahere, nata in Italia 10 giorni dopo lo sbarco della madre. La coppia si è riunita l'8 agosto 2011, DOPO PIù DI DUE ANNI DI SEPARAZIONE.
Liberti sottolinea che il film non sarebbe stato possibile senza l'aiuto dei protagonisti, che hanno permesso ai registi di riprendere scene anche molto intime della loro vita privata.
Liberti spiega:" Non era solo una questione di giustizia privata, i protagonisti non volevano che cose del genere accadessero di nuovo e quindi hanno accettato di diventare portavoce di un'ingiustizia collettiva."
L'estate scorsa, mentre filmavano in Tunisia, la Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo ha cominciato a occuparsi di un caso che riguardava 24 migranti, somali ed eritrei, rispediti forzatamente in Libia nel 2009. I migranti hanno fatto causa all'Italia per violazione della convenzione europea sui diritti umani, e a febbraio il verdetto della Corte ha obbligato l'Italia a pagare a ognuno di loro 15mila euro di danni.
In "Mare chiuso" si vede anche il momento in cui la Corte emette questa sentenza decisiva e la reazione di gioia dei migranti.
Il governo italiano ha riconosciuto la sentenza della Corte, ma non ha ancora formalmente preso misure per fronteggiare la questione della migrazione di massa, che probabilmente si riproporrà, ora che il clima torna a scaldarsi.

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