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sabato 24 novembre 2012

25 Novembre: NO MORE!

di Sara L.
25 novembre 2012: il martellamento mediatico fa pensare in prima battuta a “giornata delle primarie del centro sinistra”. No, non vi tedierò con un articolo a proposito della necessità o meno di questo appuntamento elettorale, dei pronostici, dei candidati o del cosiddetto “albo dei votanti”. Non lo farò, perchè la data del 25 novembre riveste un'importanza mondiale, ovviamente non per le consultazioni di cui sopra.

Nel 1999 l'Assemblea Generale dell'ONU dedicò questa giornata al contrasto alla violenza sulle donne: a chi di voi sta già sbuffando e pensando “questo è il solito pippone della Sara” affibbio immediatamente e senza remore l'appellativo di ignorante. Ignorante perchè ignora la portata di questa piaga, endemica non solo nei Paesi in via di sviluppo (orrenda definizione), ma anche e soprattutto nella realtà più vicina a noi, quella dell'illuminata Europa, dell'evoluta Italia e della civile Lombardia.
Tanto per dare un'idea: all'inizio dell'anno l'associazione Telefono Donna (molto attiva fin dal 1992 su questo e altri temi connessi) ha pubblicizzato un volantino che riportava la scritta “In Italia viene uccisa una donna ogni 3 giorni”; ebbene, tenete conto che la stima ad oggi è aumentata, arrivando quasi a una donna ogni due giorni... sì, proprio nella civile e moderna Italia.
La particolarità di questa piaga (dai costi sociali, ma non solo, altissimi) è che non esiste un identikit della vittima e non esiste neppure un identikit del maltrattante/ violento: l'unica dato di rilevanza statistica che accomuna coloro che compiono atti di violenza sulle donne è che, per la stragrande maggioranza dei casi (in percentuale variabile a seconda dell'atto), sono i mariti, i compagni, i fidanzati, i familiari o gli amici: le persone più vicine alla donna stessa, quindi, e non lo sconosciuto, lo straniero, il clandestino, il drogato e lo sbandato... capite bene quanto può esserre ancor più traumatico e pericoloso (causa forte rischio reiterazione) per una donna, che la violenza le venga causata da qualcuno che conosce bene...
Dall'altro lato, l'unica caratteristica personale che hanno in comune le donne che subiscono la violenza è proprio quella di ESSERE DONNA: poco contano l'età, la nazionalità, l'estrazione sociale, il grado di istruzione... alcuni tratti comuni possono essere individuati solo nelle modalità di reazione al maltrattamento (atto violento e ripetuto), meccanismi diversi scattano in occasione di un episodio di violenza sessuale, di cui, se interessa, tratterò in un altro articolo.
Ogniqualvolta si sviluppa nel rapporto tra un uomo e una donna la dinamica del maltrattamento, si sviluppa ciò che è tecnicamente chiamato il “ciclo della violenza”. Esso si compone sostanzialmente di 3 fasi:
  • fase della tensione: aumento della tensione nel maltrattante che si esprime con attacchi soprattutto verbali, con critiche e svalutazioni; 
  • fase di maltrattamento: esplosione della violenza con aggressione vera e propria; 
  • fase “luna di miele”: è la fase più subdola, in cui magicamente torna la tranquillità. Il maltrattante in questa fase si scusa con la vittima, le fa regali, le promette che non accadrà mai più e che tutto cambierà...
Le fasi si susseguono in questo modo in un'escalation sempre più impetuosa, la durata delle singole fasi è di ciclo in ciclo più corta e il maltrattamento più pesante. La donna è spinta a chiedere aiuto ovviamente nella fase 2, quella in cui il maltrattamento esplode: l'unico modo di aiutare la donna è sostenerla proprio in questa fase, supportarla, motivarla... altrimenti presto cadrà di nuovo nell'illusione che accompagna la fase “luna di miele”, cercherà di giustificare il suo maltrattante o di dire che in fondo quelle botte erano poca cosa...

E' importante quindi uscire da quell'ignoranza iniziale di cui parlavo, perchè ognuno di noi potrebbe un giorno venire in contatto con una donna che ha subito atti inumani di questa portata ed è importante innanzitutto che riesca a decodificare cosa è successo e cerchi di starle vicino, di aiutarla a farsi aiutare.

Il contributo di noi tutti è fondamentale, in tutte le forme in cui si può esprimere, perchè finchè esisterà una giornata mondiale contro la violenza sulle donne significa che ancora non ce l'abbiamo fatta a vincere questa battaglia.
NO MORE!

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