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giovedì 29 novembre 2012

Come diventare Gimondi, o quasi



di Francesco Locatelli
Rubrica "A spasso per le Orobie, anzi, a spasso un pò dovunque"

La passione per le due ruote, quelle spinte dalla sola forza delle gambe, è sicuramente uno degli amori più longevi della storia del nostro paese. Nell’ultimo secolo infatti, complici le belle salite e l’unicità del paesaggio italiano, abbiamo potuto scoprire quanto la bicicletta rappresenta un bel modo di viaggiare, oltre che un mezzo eccezionale per vivere la città, almeno fin quando ogni famiglia non possedeva due macchine e spostarsi in treno non era considerato da sfigati. In bicicletta, vi posso assicurare, si può davvero andare dovunque, basta essere allenati e non mollare mai. Quindi, se siete intenzionati a diventare dei campioni, prima di azzardare il Mortirolo, fatevi un po’ di giri dalle vostre parti! Visto che la maggior parte dei lettori sono della Bergamo occidentale, ho redatto per voi il fantastico programma “Come diventare Gimondi, o quasi”:

Tour della Corsica by bike, giugno 2012 con l'amico Zuzu



  • -Primo step, serve una salita psicologica: Fontanella di Sotto il Monte; una salita piuttosto corta ma tosta in partenza. Per chi abbia una mountain bike e un po’ di coraggio consiglio vivamente di salire al Monte Canto e scendere a Pontida. Giusto per iniziare.
  • - Secondo step, se siete ancora vivi, vi propongo un po’ di saliscendi con piacevole panorama: Colli di Bergamo. Le possibilità sono praticamente infinte, io di solito salgo da Mozzo e scendo dalle mura cercando di “prender dentro” tutte le salite possibili; è facile, basta continuare a salire fin chè non si arriva “in cima”! Giro non impegnativo e sempre piacevole.
  • - Terzo step, adesso si fa sul serio: su per la Roncola! La Roncola penso sia la salita più salita di sempre (nel senso che a qualsiasi ora di qualsiasi giorno c’è almeno un ciclista su questa strada). Il mio consiglio è quello di non affrontarla da San Bartolomeo – Barlino, ma da San Salvatore perché è decisamente più tranquilla. Gente, sulla Roncola ricordatevi di non mollare, anche se ci sarà sicuramente un diavolo tentatore che ad ogni pedalata vi proporrà di tornare a casa, mi raccomando, non ascoltatelo. Salita necessaria.
  • - Quarto step, ora si apre un mondo che ancora non conoscevate: le salite vere. Dopo la Roncola infatti si aprono molte altre possibilità, principalmente in Valle Imagna (in ordine di difficoltà rispetto alla distanza e al percorso: Berbenno, Brumano, Bedulita-Roncola, Valsecca – Costa Imagna). Eccetto l’ultima sono tutte salite più tranquille della Roncola ma talvolta più lunghe e comunque più distanti da casa. Salite pro-gamba e pro-fiato.
  • - Quinto step, agli avvicinamenti si possono aggiungere un pò di kilometri e le salite nello stessa uscita possono anche diventare due, magari tre. Sto parlando di ValSerina o ValBrembilla o altre storielle in Val Brembana: basta prendere una cartina, trovare un passo e impegnarsi a raggiungerlo con tanta e santa volontà. Se avete completato la gran parte di queste salite e vi siete accorti di non avere una bici da corsa, bè, oltre che a farvi mille complimenti vi consiglio di comprarvene una perché per il prossimo step ne serve per forza una!
  • - Sesto step: signori, siete finalmente pronti per sbancare ogni salita, per arrivare dovunque allargano i vostri confini. Un bel obiettivo potrebbe essere il Culmine di San Pietro, tra la Val taleggio e la Valsassina,  il Passo San Marco o il Passo della Presolana con discesa dalla Via Mala verso la Val Camonica. Giri impegnativi, lunghi e difficili ma da portare assolutamente a casa.
  • - Step due bis: se avete deciso che la Roncola è troppo, la salita non fa per voi, ma farvi una bella pedalata non guasta, allora ho delle belle piste ciclabili da consigliarvi: la ciclabile dellaValbrembana, che va da Zogno a Piazza Brembana, in leggerissimo falsopiano, quindi sempre pedalabile. L’altro giro è Villa d’Adda – Trezzo d’Adda, superclassica della domenica e sempre immersa nella natura del parco dell’Adda.
  • - Step del devasto: vi piacciono le salite psicologiche? Per voi le due ruote sono una continua sfida controvento? Da piccoli siete cresciuti con i poster di Savoldelli e Cunego? Avete una certa confidenza con le rampe ma non avete il tempo di andare fino al Gavia? Signori, la soluzione sta proprio dietro casa. Fatevi un giro a Palazzago e poi seguite per Colle Pedrino: il divertimento è assicurato, così come litri di acido lattico, se non si prendono le giuste precauzioni! Iniziamo col precisare che quella che vi sto presentando è una delle mie salite preferite, nonostante l’asfalto pessimo, la strada molto stretta, la discontinuità della salita, l’impossibilità di compiere un giro ad anello e soprattutto nonostante i freni vengano messi a dura prova durante la discesa. Ma allora, cosa c’è di positivo? Bè, tutto il resto! Questa salita è una vera sfida, non va presa sottogamba ne tanto meno va affrontata senza allenamento (in primavera ho raccolto un amico vomitante sul primo tornante, perché si era presentato spompo alla chiamata) ed a meno che uno di cognome faccia Gotti o Garzelli, alzarsi sui pedali è d’obbligo. Guai a chi si presenta senza casco e con dei freni mal funzionanti (lo stesso amico di cui sopra, si è spezzato un braccio scendendo da questo itinerario, fate voi io conti). Una salita semplicemente “devastante”, pesante e dura al punto giusto! Il divertimento sta tutto nel piacere della sfida.

3 commenti:

Sara L ha detto...

Ahahahhaha beh, abbiamo recpuerato "l'amico" una volta per uno, ed entrabe le volte direi che era piuttosto malconcio!

Articolo fantastico!

Vicky Rubini ha detto...

Ancora con quella vecchia storia?! Bellissimo articolo!

Francesco Mancin ha detto...

E i gradoni di Sombreno in mountain?

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