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venerdì 16 novembre 2012

Dossier[#2]: Tav, aspettiamo il 3 Dicembre

di Marzano Luigi
Dopo l'articolo di settimana scorsa, che ha mostrato i grossi buchi nel progetto ed i motivi dell'infondatezza, voglio prendermi una pausa di distacco da questo aspetto.
Credo sia noto ai lettori l'esistenza del prossimo attesissimo vertice tra Italia e Francia fissato per il 3 dicembre, nel quale si cercherà risolvere i dubbi che la corte dei conti francese ha esposto, e valutare a questo punto la consistenza del progetto. I nostri fratelli europei hanno notato l'incertezza della valutazione del costo, calcolato spannometricamente su stime che non hanno un progetto unitario al quale riferirsi.


Non  voglio ripetere quello che ci dicono i nostri giornali, ma sfruttare le potenzialità di questo blog analizzando le soluzioni (imposizioni?) scelte per la  Val di Susa. Per le posizioni francesi mi limito quindi a consigliarvi due articoli: uno italiano ed uno francese:
Alla luce di questo la domanda che ci si può porre è naturale: come ha reagito lo Stato italiano di fronte ad una posizione di incertezza tale?


Beh, abbiamo fatto gli spavaldi come sempre. Dalle reazioni di Ltf ( Lyon Turin Ferroviaire  è la società responsabile della parte comune italo-francese del collegamento ferroviario tra Torino e Lione. È partecipata al 50% da Rete Ferroviaria Italiana  e da Réseau Ferré de France ) di cui consiglio di visitare il sito per rendersi conto della spensieratezza e superficialità con cui trattano le tematiche ambientali ed economiche dell'opera, sembra si voglia continuare senza paura.
Avrete sicuramente sentito parlare delle tre trivelle giunte a Susa per fare test geognostici, quattro buchi per banalizzare la questione, ma un significato simbolico da lanciare alla Francia: qui tutto prosegue, la Tav la vogliamo fare. Mi sembra evidente che sia una posizione della Ltf e non della valle. La società italo-francese ha messo in campo tutta la sua arroganza in questa operazione, colonne di mezzi e schieramenti di polizia infiniti, chiusura dell'autoporto ai Tir e danni economici alle ditte che dentro vi operavano. Chiederanno tutti i danni ad Ltf, ma questa ma non li pagherà: il loro studio legale è al governo, è quello di Paola Severino. Fermiamo questa tensione e fermiamo quest'opera dai costi umani, economici ed ambientali spropositati. Sconfiggiamo i disordini di una democrazia imperfetta e incoraggiamo la valle a riprendersi il territorio demilitarizzandolo. Restituiamo alla Polizia la sua funzione educativa e lottiamo contro la violenza gratuita: anche loro sono cittadini come noi sottoposti a turni massacranti perché vittime di tagli insensati. Forse dovrebbero girarsi dalla parte giusta.
 L'importante non è la Torino-Lione.
"Democrazia è anche accettare una dose sopportabile di ingiustizia per evitare ingiustizie maggiori " Umberto Eco, A passo di gambero, 2006.



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