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martedì 11 dicembre 2012

Qualcuno volò sul nido del cuculo

di Edoardo Marcarini

"Ma credete veramente di essere pazzi? Davvero? Invece no, voi non siete più pazzi della media dei coglioni che vanno in giro per la strada, ve lo dico io!"

Uno dei grandi capolavori di Milos Forman (regista anche di "Hair" e "Amadeus"), e probabilmente il primo film a muovere una critica nei confonti del trattamento inumano dei pazienti negli ospedali psichiatrici americani, dove paura, minacce e metodi barbari alimentavano un disagio già forte per la malattia.
Il film, ispiratosi all'omonimo libro di Ken Kesey, racconta la storia di Randle Patrick McMurphy, probabile criminale, egregiamente interpretato da Jack Nicholson,  trattenuto in un ospedale psichiatrico per verificare l'effettiva presenza di una malattia mentale. Entrando in contatto con i singolari pazienti, e portandoli in situazioni più o meno bizzarre, ci offre un'ampia panoramica sulle modalità di relazione e di punizione in questo particolare ambiente, mettendo a fuoco temi come i diritti dell'individuo, l'intolleranza etnica e in particolar modo la "tortura", nemmeno troppo fra virgolette, del malato (elettroshock e lobotomia).
Il titolo ha poco valore in italiano, l'originale "One flew over the cuckoo's nest", gioca sull'ambivalenza della parola cuckoo, che in inglese vuol dire in senso traslato "pazzo". Il titolo ha quindi un significato più coerente col film, potendo essere tradotto anche con "Qualcuno diventò pazzo". Inoltre lo sconvolgimento causato dall'arrivo di McMurphy nell'ospedale è paragonabile a quello provocato dalla schiusura delle uova di cuculo, uccello che le depone nei nidi di altri volatili, portando i "genitori adottivi" a nutrirlo a ad occuparsi di lui.
Il film ha riscosso un enorme successo, ed è considerato uno dei migliori film di sempre, ottenendo più di trenta riconoscimenti tra cui i cinque oscar principali (miglior film, regista, attore, attrice, sceneggiatura non originale).
 Il tema trattato riguarda anche molto da vicino l'italia, che dal 1996 ha chiuso tutti gli ospedali psichiatrici, preferndo un approccio più valorizzante per la persona, sostituendoli con centri diurni e notturni, comunità, dove alla cura medica si affianca una corrispondenza umana.
Tornando alla pellicola, la grande capacità degli attori, Nicholson in primis ma anche gli emergenti Doc di "Ritorno al futuro", Grima Vermilinguo de "Il signore degli anelli" e un giovane Danny DeVito, la curata trama, la ricchezza di significati e la capacità del film di tenere lo spettatore incollato al televisore fino alla fine, la rendono un'obbligata presenza sulle mensole di tutti i cinefili e non.
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1 commento:

Zobo ha detto...

Dai Mancio inserisci questa recensione (ovviamente firmata, non voglio plagiare nessuno) nella cinerubrica, il curatore dà l'approvazione! ;)

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